Categories
fragmenta historia

realismo tucidideo

Né siamo stati i primi a iniziare un simile comportamento, ma p sempre valso l’uso che il più debole sia tenuto a freno dal più forte; inoltre ce ne consideriamo degni e tali sembravamo a voi, fino a quando, fatto il calcolo dei vostri interessi, vi siete messi adesso ad usare il linguaggio della giustizia, che nessuno mai – quando gli si offriva l’occasione di ottenere qualcosa con la forza – ha tenuto in maggior conto sì da rinunciare al guadagno.

Tucidide, Le storie, 1.76.2 (trad. di Guido Donini)

Perciò gli Ateniesi, fatta vela per Samo con quaranta navi, vi istituirono la democrazia, presero come ostaggi cinquanta bambini di Samo e un uguale numero di uomini, e li depositarono a Lemno: lasciarono una guarnigione e si ritirarono.

Tucidide, Le storie, 1.115.3 (trad. di Guido Donini)

Ché la guerra non procede affatto secondo norme stabilite, ma da sé escogita per lo più i mezzi adatti all’occasione.

Tucidide, Le storie, 1.122.1 (trad. di Guido Donini)

E questo, anche soltanto a immaginarsi, è vergognoso per il Peloponneso, come è vergognoso che tante città siano esposte alla violenza di una. In questo fatto daremo l’impressione o che la nostra sventura sarà meritata o che la sopportiamo per viltà e che siamo peggiori dei nostri padri, i quali dettero la libertà alla Grecia mentre noi non l’assicuriamo neppure a noi stessi, ma lasciamo che una città stabilisca la sua tirannide, mentre abbiamo la pretesa di abbattere i tiranni stabiliti in ciascuna città

Tucidide, Le storie, 1.122.3 (trad. di Guido Donini)

Categories
historia

un possesso per l’eternità

[21, 1] Tuttavia, se ci si basa sugli argomenti da me presentati, non si sbaglierà a ritenere che i fatti che ho narrato si siano svolti all’incirca così; e non si presterà maggior fede a ciò che intorno ad essi hanno cantato i poeti esagerandoli con i loro abbellimenti, né alle versioni che i logografi hanno composto con l’intenzione di essere più gradevoli all’ascolto che veritieri, trattandosi di fatti che non si possono provare, la maggior parte dei quali con il passare del tempo sono sconfinati nel mitico diventando incredibili: si riterrà invece che i risultati delle mie ricerche, basati sulle indicazioni più chiare, siano sufficientemente attendibili, considerando che si tratta di avvenimenti antichi. [2] E questo conflitto, sebbene gli uomini mentre fanno la guerra giudichino quella che è in corso sempre la più grande, ma quando è finita ammirano maggiormente gli avvenimenti del passato, tuttavia a chi lo esamini attenendosi ai fatti stessi si rivelerà maggiore dei precedenti.


[22, 1] Per quanto riguarda i discorsi che gli oratori di ciascuna città pronunciarono, sia quando stavano per entrare in guerra sia nel corso di essa, era difficile ricordare con esattezza proprio ciò che era stato detto, tanto per me ricordare le cose che io stesso avevo udito, che per coloro che le avevano sentite da qualche altra fonte: ma come mi sembrava che ciascuno avrebbe potuto dire le cose più appropriate per ogni situazione che si presentava, tenendomi il più vicino possibile al senso generale di ciò che era stato veramente detto, così sono presentati i discorsi. [2] Quanto ai fatti avvenuti durante la guerra, non ho ritenuto che fosse il caso di raccontarli secondo le informazioni avute dal primo che capitava, né come a me pareva, ma ho riferito quelli a cui io stesso ero presente, e per quelli che ho appreso da altri ho compiuto un esame su ciascuno di essi con la massima accuratezza possibile. [3] Sono stati appurati con fatica, perché le persone presenti a ciascun fatto non dicevano le stesse cose riguardo agli stessi avvenimenti, ma parlavano secondo la loro simpatia verso l’una o l’altra parte, o secondo la loro memoria. [4] Forse l’assenza del favoloso dai fatti li farà apparire meno gradevoli all’ascolto: ma se quanti vorranno vedere la verità degli avvenimenti passati e di quelli che nel futuro si saranno rivelati, in conformità con la natura umana, tali o simili a questi, giudicheranno utile la mia narrazione, sarà sufficiente. È stata composta come un possesso per l’eternità piuttosto che come un pezzo per competizione da ascoltare sul momento.

Tucidide, Le storie, 1.22-23 (trad. di Guido Donini)

[4] Ad essa diedero inizio gli Ateniesi e i Peloponnesiaci quando ruppero il trattato dei trenta anni che avevano concluso dopo la presa dell’Eubea. [5] Per spiegare perché lo ruppero ho narrato prima i motivi di lagnanza e i disaccordi, affinché nessuno si chieda mai da che cosa ebbe origine una guerra così grande fra i Greci. [6] Ritengo che la causa più vera, anche se la meno espressa con le parole, sia questa: gli Ateniesi diventando una grande potenza e incutendo timore ai Lacedemoni li costrinsero a fare la guerra. Ma i motivi che furono dichiarati apertamente da ciascuno dei due popoli, per i quali ruppero il trattato ed entrarono in guerra, furono questi. […]

Tucidide, Le storie, 1.23.4-6 (trad. di Guido Donini)