La guerra che questa luce rivela è altrettanto poco la guerra «eterna» che è oggetto delle preghiere di questi nuovi tedeschi, che l’«ultima» di cui fantasticano i pacifisti. In realtà è soltanto questo: la sola, terribile, ultima possibilità di correggere l’incapacità dei popoli di dare ai loro reciproci rapporti un ordine corrispondente alla loro capacità tecnica di controllare la natura. Se la correzione non riesce, due milioni di corpi umani saranno bensì smembrati e distrutti dal gas e dal ferro – lo saranno inevitabilmente -, ma persino gli habitués delle potenze ctoniche del terrore che portano il loro Klages nello zaino non conosceranno neanche un decimo di ciò che la natura promette ai suoi figli meno curiosi, più sobri, che nella tecnica non vedono un feticcio del tramonto, ma una chiave per la felicità. Di questa loro sobrietà essi daranno la prova nel momento in cui si rifiuteranno di riconoscere nella prossima guerra una magica cesura, ma, al contrario, scopriranno in essa il volto della vita quotidiana, e appunto con questa scoperta realizzeranno la sua trasformazione nella guerra civile, eseguendo cosí il trucco marxista, il quale soltanto è in grado di vincere questo cupo incantesimo runico.
Walter Benjamin, Teorie del fascismo tedesco, in Opere complete, vol. IV. Scritti 1930-1931, p. 213.